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incesto

L’eccitante mia pulizia del viso da parte di mamma


di geppettino2003
13.11.2017    |    56.038    |    7 9.6
"Ero certo che avrebbe ripreso le sue provocanti avances al corpo di mamma..."
Luisa 2
In quei tre giorni che mi separavano dal trattamento con Luisa mi ero letteralmente consumato il cazzo a pugnette. Nulla riuscivo a fare per togliermi dalla testa l’intenso
orgasmo di mamma ai sapienti tocchi della lingua di Luisa.
Mamma, euforica, e sicuramente fortemente eccitata, per tutta la sera, con malizioso fare, aveva circuito, provocandolo, il suo uomo. Credo che la mia presenza in casa fosse il solo ostacolo a materializzare il sicuro bisogno di cazzo inibendola dal cedere alla più sfrenata lussuria.
Tentai, ma inutilmente, di spiare quella prima sua, sicura, trasgressiva ed erotica notte con mio padre. Chiuso nel suo bagno, con forte l’odore di femmina del suo corpo diffuso tra le sue cose, lasciai alla mia fantasia di soddisfare la morbosa eccitazione.

In quei tre giorni fermavo le mie perniciose carezze alla sola fortissima preoccupazione del mio imminente incontro con Luisa, il che mi dava un forte assillo.
Cosa avrei potuto dire per giustificare la mia presenza su quel piccolo soppalco. E cosa mi sarei dovuto inventare per giustificare quel mio splendido piacere nell’assistere al saffico rapporto!
Erano stati inutili tutti i miei tentativi di annullare l’imminente mia seduta di pulizia del viso.
“Non vedi come ti stai rovinando il viso. Se la smettessi di chiuderti continuamente in bagno non avresti bisogno di Luisa”
Mamma, per quanto fosse sempre stata accondiscendente alle mie richieste, su quella non intese cedere in alcun modo. E lo fece con un tono, stranamente, astioso che non mi diede alcuna possibilità di tornare sull’argomento.  
Ricordo, pure, che in quei tre giorni mamma era particolarmente nervosa e, piuttosto, scontrosa, continuamente assorta in chissà quali preoccupanti pensieri tale che, stranamente, il sabato successivo a quell’erotica esperienza, saltò l’appuntamento dalla sua coiffeur.
 
Il fatidico momento arrivò. Domenica dopo pranzo, come da un paio di mesi accadeva sempre più spesso, papà era andato in ufficio per programmare le sue attività della settimana, Luisa puntualissima era già a casa.
Quel giorno la saffica estetista indossava un cortissimo vestitino estivo, le formose cosce abbondantemente scoperte ed il superlativo seno stretto nella aderenza di una provocante scollatura.
“Prendiamo un caffè mentre Claudio si sistema”
“Si, oggi con il ragazzo ho da discutere di qualche cosina”
“cioè?”
“niente mi lasci fare, tu vai a prepararti!”
Perentorio l’invito di Luisa!
Ma io, invece, dovevo restare! Per due ordini di motivi: il primo capire se Luisa avrebbe raccontato a mamma del mio essere stato guardone, e come mamma avrebbe reagito ma, principalmente, cosa mamma avrebbe confessato delle sue intriganti erotiche avventure.
“Allora mi racconti cosa è successo, è stato bellissimo vero?”
“Niente! Maida è stata, sicuramente, più fortunata di me”
“NIENTE!!! Come è possibile?”
“Mio marito non ha gradito la sorpresa, è rimasto interdetto. La preferiva come era prima. La sua passione è sfumata allo svanire del mio intimo ciuffetto e mi ha pure classificato come una volgarissima troia!”
“Non ci posso credere! La mia bella micetta è rimasta all’asciutto…”
Mentre, sfacciata, una mano di Luisa si era già infilata tra le cosce di mamma
“…. Ehi! ma è…. bagnata...”
“….e che ho una voglia ….. che mi sta distruggendo….e non so cosa, e come, fare”
CHE STRONZO! MIO PADRE AVEVA LASCIATO MIA MADRE ALL’ASCIUTTO E ORA LEI BRAMAVA, SMANIOSA, UN BEL CAZZO!!!!!
“So io cosa si può fare!!!”
Intenso fu il sussulto di mamma all’intrigante fare di Luisa.
“mmmmmmmmmmmmm…non ora di la c’è il ragazzo”
La ragione le impose di resistere.
“Già il piccolo stronzetto!”
“Che vuoi dire?”
“Nulla, non si preoccupi.”
Luisa, controvoglia, cedette e smise quella sua intima provocazione senza però, prima, alzare la cortissima magliettina di mamma
“Intanto togliamo questo inutile indumento”
Repentina fu il movimento di Luisa per sganciare il reggiseno a fasce che mamma indossava e, contemporaneamente, sfiorare con l’esperta lingua i già grossi, e sensibili, capezzoli di mamma.
“mmmmmhhhhhh…mi fai morire……ti prego smettila…”
Era veloce quella superlativa lingua! Così come veloce fu la mia reazione pelvica.
“Signora è una donna caldissima!”
Solo il tempo di seguire, intenso il gioco di lingue impegnate in un languido bacio, che scappai in soggiorno prima di essere un’altra volta beccato da Luisa.

“Sistemati sul divano e togliti la maglietta vediamo un po’ come sei combinato”
Sdraiato, la testa appoggiata al bracciolo e lei dietro di me. Era prorompente nel suo proporsi. Si chinò per guardare il viso. Respiravo su grosse mammelle che ciondolavano a pochi centimetri dai miei occhi. A stento trattenevo la voglia di spargere la mia di lingua su quel provocante seno. Niente potevo fare per frenare la mia, già corposa, eccitazione, il cazzo mi stava crescendo senza che riuscissi a mascherarne gli effetti.
Arrossivo in un misto tra eccitazione, per quella parte femminile che stavo odorando, e vergogna per la paura di essere scoperto da mia madre lì accanto a noi.
Con forza ho distolto lo sguardo da quella visione, tentando di nascondere a mamma gli effetti delle mia esaltazione sessuale.
“Vado a sistemare in cucina, voi sarete impegnati almeno una buona mezz’ora”
Mamma ci lasciò soli.
Lunghi secondi di un silenzio assoluto. Altissima era la tensione. Solo il mio ritmico respiro era l’unico rumore in quella grande stanza.
“Allora bastardello, sei proprio un porco, quanto ti sei spugnettato in questi tre giorni!”  
Alle mie spalle Luisa riprese quei suoi rimproveri interrotti quel fatidico giorno. E lo faceva in maniera volgare.
Interdetto seguivo il suo dire mentre era impegnata sui quegli orribili puntini neri. Il suo fare, però, continuava ad offrirmi l’opportunità di godere di una paradisiaca visione. Dalla mia posizione avevo modo di apprezzare il suo provocante corpo. Gli occhi continuavano a perdersi nella profondità di intriganti mammelle a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Come ti sei permesso,non ti avevo vietato di salire su, sei uno sporco guardone. ”
Era nervosa spostandosi continuamente alle mie spalle per lavorare sulla fronte. Un panno caldo sul viso per dilatare i pori, poi accanto a me, seduta in precario equilibrio sul divano, per controllare le pustolette arrossate che avevo sul petto.
Dita nervose sfioravano il mio petto, scendevano sino al torace, risalivano veloci al viso.
“E ho dovuto pulire anche le tue schifezze!”
“non volevo”
Tentando una inutile difesa.
“ti dovresti solo vergognare! Dai spostati un po’.”
Spingendo il mio corpo verso l’interno del divano ed accostandosi al mio corpo.
Era forte il calore che le sue cosce trasmettevano al mio corpo
Anch’io mi muovevo nervoso ma per un’altro motivo. Il suo fare mi aveva intrigato, ed ero spudoratamente eccitato! La sensazione di piacere cresceva impetuosa, ripercuotendosi sul pube, facendo rigonfiare un cazzo che era diventato enorme. Non riuscivo più a controllare quei miei istinti animali. Nel pantaloncino corto era, infatti, imprigionato tutto il mio orgoglio di ragazzo. E di orgoglio, anche per merito suo, ne avevo veramente parecchio.
“Se tua madre sapesse quello che hai fatto”
In quel momento quella era l’ultima delle mia preoccupazione. La mia erezione era, infatti, giunta al massimo e spingeva con forza inaudita.
Luisa si accorse del mio rossore, e non solo di quello. Notai, con vergogna, il suo sguardo al mio diventato assurdo intimo rigonfiamento, ma continuava nel suo lavoro come se nulla fosse.
Sempre più nervosa si dedicava al mio corpo e per farlo le sue nude cosce sfioravano il mio fianco. Ero inebriato della sua pelle vellutata. Il suo muoversi aveva assunto un non so di ambiguo, ed ebbe l’effetto di farmi uscire dal pantaloncino la punta di un cazzo che già pulsava frenetico.
Lenti minuti, interminabili, nei quali non sapevo che fare, sino a quando il suo commento mi sorprese
“E ora che è sto pò pò di ben di Dio, ma sei veramente un maiale!”  
guardando la rossa punta della cappella ormai completamente fuori dal boxer.
Tentai di nasconderle con entrambe le mani la visione, ma ogni tentativo fu inutile.
”Fammi vedere cosa nascondi”
Appropriandosi di quella punta che pulsava nervosa
”Ti è venuto duro! Caspita sei proprio un bel porcellino”
con sorriso ambiguo e un tono di voce stranamente sussurrato.
Preso coraggio
“Me lo hai fatto venire duro tu!”
“non penserai mica che sono solo lesbica, un bel cazzo merita tutta la mia attenzione, e tre giorni che ci penso.”
Restai trasecolato dalla sua ammissione di donna porca e vogliosa.
Luisa di fronte a quel cazzo, al massimo della sua potenza, che svettava ormai libero, lo raccolse tra le dita, stringendolo con particolare forza come se intendesse punirmi per le nefandezze fatte su quel suo soppalco.
Attimi di paura che furono subito fugati.
Iniziò a pestarlo su e giù molto lentamente, sussurrando
“È proprio un magnifico cazzo, è proprio quello che manca a tua mad….…….”
Un pensiero espresso sottovoce, subito interrotto.
Tirava con particolare passione, stringendo le labbra tra i denti.
“Vuoi toccarmi vero? Stai morendo di voglia, che aspetti FALLO!”
Allargando sfacciata le cosce consentì alla mia mano, di sfiorare le sue cosce, e andare dritta verso la fica. Luisa
non indossava intimo, trovandola completamente umida e disponibile a riceversi un mio dito
“mmmmmhhhhhh…..BASTARDO!”
 
Con un particolare olio cominciò ad ungere il duro cazzo che così scivolava tra le sue dita in una pugnetta fatta con particolare trasporto.
“Allora a chi hai dedicato le tue pugnette … dimmi chi ti ha fatto eccitare di più, io o tua madre.”
Mentre tirava, quel suo parlare mi stava mandando in estasi. Godevo di carezze di mani esperte e, ad occhi chiusi, rivivevo i fremiti di mia madre sotto l’avida sua lingua.
Ero al culmine della mia eccitazione ed ero pronto per sfogare tutta la mia morbosa eccitazione.
“È proprio un gran fica tua madre, ti è piaciuto il bel ciuffetto che le ho fatto?”
Non riuscivo a rispondere anche perché mi vergognavo dover ammettere che in quei tre giorni passati era stata mamma l’artefice dei miei schizzi più impetuosi!
“Dai che anch’io non scherzo.”
Mentre tirava, con sempre più passione
“Stai venendo vero? Stai pensando a lei vero? Piccolo porco!”
“SSSSiiiiiiii…………Luisaaaaaa…..…”
Un attimo dopo esplosi, tra le sue dita, il mio sconfinato piacere.
Schizzi veementi, e ripetuti, sul mio petto. Le mani di Luisa non accennavano ad interrompere il suo tirare, con particolare trasporto, sul durissimo cazzo.
Continuavo a sputare il mio piacere tra il mio petto, e le sue dita, gemendo con respiri strozzati mentre, il dito medio si era perso tra il calore delle sue intime labbra.
Bellissimo!
“Dio che sei bravo, si scopami …mmmmmmhhhhhhhh…mi stai facendo venire…..!!!! Sssiiiiii... godoooo....”
Un corpo sconvolto ondulava sul mio dito ed il suo gemere si confondeva con il mio.

“Allora a che punto siamo?”
mamma anticipò il suo entrare d’impeto nel soggiorno!
Immediata la reazione di Luisa che, senza scomporsi, mascherò alla vista di mamma, con il suo corpo, e quel panno caldo, il mio turgido uccello. Strinse le coscia per nasconderle il mio braccio tra le sue gambe e, fulminea, miscelò la mia sborra alla crema alla alghe che aveva già preparato, spalmandola conturbante sul petto e sul viso, sussurrando
“Non sai quanto possa essere terapeutica la sborra, piccolo stronzo”
Che troia!
“Come sta andando?”
“Bene...abbiamo quasi finito.”
Dita esperte spalmavano quell’intruglio misto a sesso sul mio corpo, le sue mani, come se nulla fosse, massaggiavano con particolare foga per far assorbire alla mia pelle la terapeutica crema.
Sul viso si completò la sua vendetta. Le dita spalmavano il prezioso unguento, sulla fronte, le guance, il mento, più volte spinse un dito nella mia bocca, nel muoverlo mimava un intrigante pompino, incurante della presenza accanto a noi di mia madre!
Con ancora la mia mano tra le sue cosce, e le dita umide del suo piacere, seguivo il suo continuo stringere le labbra.
“Tu adesso stai fermo almeno un quarto d’ora che poi si lava tutto e starai meglio. Guai se ti muovi da qui! Signora devo lavare le mani questa pomata unge un po’.”
Mamma fece strada a Luisa, accompagnandola in bagno.
Ero certo che avrebbe ripreso le sue provocanti avances al corpo di mamma. E lo avrebbe fatto in preda ad una eccitazione bestiale.
Ed io non potevo assistervi!
 
Fu il quarto d’ora più lungo che avessi passato. Lunghi minuti di eccitante attesa. Ero certo che mamma avrebbe ceduto alle sicure provocazioni di Luisa che, per quanto brava, nulla sarebbe stata capace di fare per soddisfare quel suo confessato bisogno di cazzo!
Sentendole rientrare ascoltai
“Allora come le ho detto ora
continui lei, ho fatto tardi ed ho un altro appuntamento. Pulisca con un batuffolo di cotone e un po’ di acqua calda, il viso ed il corpo, poi passi questa unguento a base di aloe molto fresco e nello stesso tempo terapeutico. So che sarà brava, vedrà da oggi in poi andrà sempre meglio”  
Mentre già raccoglieva, in fretta, le sue cose per andare via.
“Con te non ho ancora finito!”

Pochi minuti per ritrovarmi solo con mamma. Diffuso un rossore colorava le sue gote e chiaro era il disegno di nudi, e grossi, capezzoli che modellavano la sua maglietta.
“Che cosa dovete ancora finire, di che stavate parlando, perché sei così rosso in viso, che cosa hai combinato?”
Il tono era greve
“Niente….niente ti giuro….”
Una risposta data d’impeto. Ero spaventato dalla sua possibile reazione qual’ora avesse visto quella mia tresca con Luisa e, contemporaneamente, mi incuriosivo al punto che mi chiedevo quale sarebbe stata la sua reazione, e cosa sarebbe potuto accadere se, invece, se ne fosse accorta.
“Ehi…che hai?”
Ero praticamente assente. Non riuscivo a controllarmi, tentavo, inutilmente di scacciare dalla mia mente il profumo del corpo di Luisa ed il piacere che quelle mani avevano dato al mio potente uccello.
Avevo il cazzo ancora duro. Non lo avevo volutamente riposto dentro il pantaloncino. Non lo avevo fatto convinto che, provocando stavolta io Luisa, mi sarei potuto godere uno splendido pompino con quelle sue carnose labbra da troia.
Solo il pannetto celava a mia madre la corposità di un intimo che dimostrava ancora tutta l’ardore della mia eccitazione.
“Vediamo un po’, togliamo questa pomata. Dai fammi sedere, non avrò le stesse mani di Luisa ma anch’io so essere brava. ”
Le sue mani già spaziavano su di un corpo particolarmente elettrico.
“Un attimo mamma”
Non sapevo come comportarmi, per nasconderle il mio stato, dovevo trovare l’opportunità di spingere la punta del cazzo, con forza, al suo posto. Con la scusa di sollevarmi per agevolare il suo fare approfittai per spingere con una mano la rossa cappella dentro il pantaloncino. Un movimento goffo che non diede alcun risultato, anzi rischiai, al contrario, che quel mio tentativo mi facesse fare una figuraccia.
Mamma continuava a pulirmi inzuppando continuamente quel batuffolo di cotone nella bacinella di acqua tiepida posta sul tavolino.
“Che strana pomata ha usato Luisa, è viscosa” strofinando indice e medio delle sue dita e portandola alle narici per odorarla!
Un attimo di paura che si rendesse conto di ciò che veramente fosse e, scoprendolo, reagisse furente.
Richiamai le gambe per mascherare quel mio stato di morbosa eccitazione. Non avevo altro da fare per quanto grosso era il mio uccello, rischiavo di rendere tangibile a mamma il mio vergognoso stato.
E ne avevo tremenda paura!
Fortunatamente la sua posizione non le consentiva di vedere quanto potesse confermarle il mio intrigante stato.
“Sai mi sono accorta come guardi il corpo di Luisa, ammetto è abbastanza provocante, merita il tuo apprezzamento, e come, con particolare interesse, spii Claudia, sembri rapito dalle sue gambe, è vero ha veramente delle bellissime cosce e, alla stronza, piace esibirle.”
Una frase non conclusa ma abbastanza chiara.
“Sai ieri ho sentito Maida, ha tenuto a sottolinearmi che, alla fine delle sue lezioni, ti chiudi, sempre più spesso, nel bagno della palestra. Devi avere una bella fantasia. Non ti preoccupare è normale stai crescendo, solo che il caso di calmarti un po’ corri, anche, il rischio di stare male. ”
Il tono di voce aveva mutato il suo timbro. Era diventato stranamente suadente e quasi sussurrato, e quella sua riflessione, mi diede la conferma che mamma, forse, si era accorta del mio stato, ma intendeva infondermi un non so che di tranquillità.
“Sei un bel ragazzone, stai crescendo sano, e stai pure diventando un bel maschietto...”
Ammiccando un sorriso sornione
“...e non puoi certo continuare a consumare il bel gioiellino che hai tra le gambe nelle tue battaglie solitarie del cinque contro uno.”
Sorpreso dalla sua ultima riflessione, farfugliai qualche da senza darle alcuna risposta. Intanto le sue dita, diventate intriganti, continuavano a raccogliere quel mio seme ravvivato dal calore dell’acqua, forse consapevole di quel mio piacere passato.
 
La posizione assunta da mia madre, suo malgrado, mi offriva, un corpo fasciato dalla cortissima canotta che, da sopra l’ombellico, a mala pena conteneva quel suo bellissimo seno, i cui liberi grossi capezzoli ora ripetutamente sfioravano il mio petto. Il suo piegarsi in avanti mi offrivano l’opportunità di percepire il morbido contatto e, contemporaneamente, ai miei occhi di perdersi sul profondo solco di morbide mammelle.
Immediato fu sostituire ogni mio zozzo pensiero al corpo di Luisa e fantasticare sul bel corpo di mamma!
“Non hai la ragazzina? Con lei è sicuramente potrebbe essere più divertente, e poi ti farebbe meno male…”
Lo stesso consiglio, dato da due donne diverse nello stesso giorno!
Mi accorsi che le sue mani stavano impazzando sul mio petto con contatti che percepivo intensi. Notai anche che le sue cosce strusciavano, nervose, l’una contro l’altra, mentre le dita diventavano più intriganti sul mio corpo, le sue lunghe unghie quasi graffiavano il mio petto. Nel raccogliere quella crema dal petto entrambe le mani sostavano, stringendoli, con particolare trasporto, i miei capezzoli.
Sussultai
“Ti ho fatto male?”
“e che anch’io sono sensibile….”
(la mia intenzione era, a quel punto, confermarle implicitamente che avevo ascoltato la sua esortazione a Luisa di quel giorno e, chissà, stimolare quella sua voglia di cazzo confessatele in cucina)
Solo un sorriso malizioso fu la sua silenziosa risposta! Ma furono i suoi movimenti ad offrirmi la conferma che qualcosa stava per cambiare nel mio rapporto con lei.
Le sue mani tirarono su i suoi lunghi capelli, e nel farlo ebbi la netta conferma di come il suo respiro, diventato ripetuto e profondo, disegnasse sul leggerissimo bianco indumento il contorno di provocanti aureole.

Riprese a pulirmi allungando il suo corpo al mio corpo, il fianco, quasi appoggiato alle mie gambe, ancora raccolte, sfiorava la punta di quell’enorme cazzo che ormai aveva assunto le sue dimensioni più vigorose e che non intendeva, in alcun modo, portarle il giusto rispetto di figlio.
“Sei proprio un bel ragazzo. Non credo ti sia difficile trovarti una bella ragazza, certo questi orribili brufoli non ti aiutano, vediamo mamma cosa riesce fare……”
La sua era una confessione, ovvero una implicita ammissione!
Anche il mio respiro stava crescendo di intensità, contro ogni mia volontà. Non volevo, Non era mia intenzione, ma il suo caldissimo corpo sfiorava il mio mandandomi in estasi.
“Non stai bene? Perché respiri così?…ti faccio male?....”
“…no… mamma…e che…….”
“…resisti...ancora qualche minuto e abbiamo finito…”
Alle sue spalle il cazzo era ormai libero di svettare di nuovo, e lo sfiorare della punta con la parte della sua pelle scoperta fu causa principe di ciò che stava per succedere!
Tentai di controllare i miei sensi, trattenere il respiro, pensare ad altro ma tutto fu inutile!
Con un intenso fremito di tutto il mio corpo, venni, schizzando il mio perverso piacere con molta più veemenza di quanto fatto con Luisa, e mamma esterrefatta seguiva il mio gemere.
“………….MAMMA………………………..”  
Uno schizzo impetuoso si infranse d’impeto sul mio viso cominciando a diradarsi veloce in prossimità delle labbra.
Un solo attimo dopo, un secondo si perse tra le dita di mamma
“MA CHE FAI!!!!!!!”
Neanche il tempo di risponderle, che un terzo, piuttosto denso e corposo colpì il suo seno e, lentamente, perdersi tra le sue procaci mammelle.
Non riuscivo a controllarmi. Schizzavo ancora senza ritegno, ancora sul mio petto poi, più violento, uno schizzo sporcò il suo viso.
Immediato fu coprirsi il volto con le mani.
Imbarazzato non sapevo che dire e, principalmente che fare.
Mamma guardava sconvolta quanto il porco di suo figlio stava materializzando per il suo piacere. Guardava il mio uccello nel massimo del suo fulgore, sputare la sua morbosa eccitazione.
Titubante cercai di rendermi conto della sua reazione.
Secondi interminabili trascorsero aspettandomi una sua veemente replica che, invece, tardava ad arrivare. Inebetita subiva il mio sporco fare, lo sguardo fisso sul cazzo che duro spiccava libero senza rispetto.
In un attimo realizzai la mia morbosa strategia. Rischiando un sonoro ceffone le offrii in visione tutta la maestosità del mio duro uccello che ancora sputava indecente. Strinsi tra le dita una bestia che, spudorato, continuava a schizzare piacere. Lo strinsi alla base con la mano avviando il classico movimento masturbatorio di cui ormai ero esperto. Contemporaneamente confessai:
“mamma ti ho visto con Luisa, eravate così belle…….”
“ ODDIO………..!!!!!!!!!!!”
Alzandosi sconvolta in piedi le mani, sporche del mio seme, sul viso nel vano tentativo di coprirsi gli occhi.
Subito l’altra mia mano, d’istinto, memore della sua intima voglia confessata, seguì il disegno delle sue bellissime cosce, risalendo veloce sino a cercare il diretto contatto con il calore del suo intimo.
“Mamma sei nuda….e calda….”
“NNNNNOOOOOOO……….!!!!!!!”
“...ti ho visto in cucina gemere al contatto della lingua di Luisa sul seno. Ti ha eccitata! Nel bagno ti ha fatto godere vero?”
Per la seconda volta, in meno di un ora, toccavo una fica nuda e completamente depilata. Le mie dita si stavano inzuppando di un calore impressionante, che non avevo mai immaginato così intrigante.
“OOOOHHHH....”
Il suo sconvolto sussulto mi confermò che il dito le era tutto dentro, mentre continuavo a pestare su di uno stratosferico cazzo al massimo della sua eccitazione.
La mia sfrontatezza la stava sconvolgendo.
“TI PREGO FERMATI………..”
Inutile fu il suo debole tentativo di opporsi alla mia erotica provocazione. Stringeva le gambe come se quel mio dito materializzasse il mio duro uccello dentro di se. I suoi occhi erano lucidi di una libidine che credo, ormai, stava prendendo il sopravvento sulla ragione.
Sfrontato, e senza darle alcuna possibilità di reazione, le offrivo l’opportunità di un bel cazzo duro solo per lei e, con fare impudente, mostravo tutta la maestosa espressione di una paonazza cappella pronta a soddisfarla.
Un solo pensiero stava governando il mio fare: da quanto mamma non godeva un uccello così bello… e tiravo morboso una sfrontata sega guardandola negli occhi con forte intensità.
“SMETTILA!!!! Ti prego......”
Ma il tono della sua voce aveva, ormai, perso l’intensità propria della rabbia
“sei veramente un porco!……..”
Allontanandosi da me
“non ti è bastata la sega di Luisa, vi ho visto sai!”
Una confessione che invece di intimorirmi mi infuse particolare coraggio. Sfacciato
“E ti è venuta voglia? Luisa ti avrà fatto godere ma è di un bel cazzo che hai bisogno vero?”
Solo un profondo respiro, tanto intenso quanto liberatorio, fu la sua tacita risposta.
Tutto avvenne in pochi secondi.
La timida punta di una famelica lingua cominciò a raccogliere quel mio seme che segnava le sue gote. Movimenti morbosi per accompagnarlo alla bocca. Le dita agevolano il suo perverso fare.
“Sei proprio un bel porcellino e la tua mammina sa di cosa TU hai veramente bisogno”
Fu un attimo e si inginocchiò accanto a me e, con diventate avida labbra, raccolse quella mia prima goccia di sborra che, lentamente, stava scivolando dalle guance alle mie labbra.
La lingua cercava la mia. La mia inesperienza non mi era di aiuto, ma la sua compensava il mio non saper come fare, mentre sempre più la mia eccitazione scopriva il calore del suo corpo.
Soffusi erano i suoi gemiti lasciando alla lingua scorrere sul mio petto, stuzzicarmi i capezzoli e leccandoli, risucchiare la mia diffusa sborra.
Che splendida maiala!

Titubante scostò la mia mano, restando meravigliata al pulsare di un cazzo nervoso davanti al suo volto. Delicato fu sostituire le sue mani alla mia.
Cominciò lente carezze, inebriata dalla intrigante situazione.
Non credevo ai miei occhi, fremevo agli eccitanti tocchi.
Avvicinò la bocca, le labbra risucchiavano quel caldo seme che imperlava il mio glande, lenta ingoiò l’intero mio cazzo con fare davvero lussurioso e succhiandolo, delicatamente, lo strinse tra i denti. Si era quasi estraniata, la sua lingua lo leccava, saettava colpi fermi sul glande, e poi lo risucchiava dentro la bocca, lasciandolo scivolare sino in gola.
Ero talmente eccitato che sentivo pulsare il cervello ad ogni suo colpo.
Vederla genuflessa davanti a me e con il capo chino sull’oggetto del suo desiderio mi inebriava. I gemiti del suo stantuffare sul mio uccello mi restituivano una vera femmina sconvolta dal piacere.
La lingua recuperava ogni minima goccia di sperma mentre, pervasa di libidine mamma si masturbava infilandosi, prima un dito, poi subito un secondo, dentro la fica. Leccava con una voracità assurda, la mancanza di cazzo le aveva fatto perdere il rispetto di se stessa. Era diventata schiava della sua voglia. E gemeva!

Era bravissima nel tenermi sotto controllo, quando mi sentiva fremere, si fermava un attimo e poi riprendeva, ero in estasi per una sensazione incredibile.
Sembrava facesse letteralmente l’amore con il mio cazzo e, quasi, non desiderava che io venissi. I suoi occhi erano estasiati, la sua mente pensava solo a godere di un momento sconvolgente, ed il suo corpo era un continuo tremore.

Mamma si scosse, staccandosi da me. In piedi, occhi languidi incrociarono il mio sguardo
“Dio che mi stai facendo fare!!!”
“Mamma, ti voglio bene!”
Fu un attimo il privarsi della corta magliettina e, in contemporanea, anche la gonnellina scivolò ai suoi piedi. Completamente nuda davanti a me. Pazzescamente fica.
“Tesoro ho voglia di te!”
“Mamma e io desidero farti godere!!!”
Pudore e ragione ci avevano, ormai, abbandonato lasciando crescere, perversa, l’eccitazione di entrambi.

In silenzio si stese sul mio corpo. Le sue caldissime mammelle cominciarono a spargere il mio seme dal suo elettrico corpo. La depilata fica ne raccoglieva il calore spargendola, morbosa, sulle intime, e sensibili, sue labbra.
Di nuovo una arida bocca cercò la mia. Ad occhi chiusi percepivo la sua lingua spingere, farla schiudere e impadronirsi della mia. Le mie inesperte mani spaziavano goffe sul suo immenso corpo.
“Amore mio leccami anche tu ……..fammi sentire una porca femmina”
Alzandosi di nuovo per offrirmi il calore della sua calda fica in un conturbante 69.
Inesperto ma, tremendamente, eccitato comincia a leccare con particolare ardore
“…. cosììì………dai ….. non ti .. fermareeeee…….”    
gemiti di piacere che risuonavano nelle mie orecchie restituendomi la sua diventata altissima esaltazione sessuale
“…. succh….iaaa… …..infil……la….. un ..dito….dai…fallo……...”
Obbedì, frastornato, alla sua richiesta godendo del caldo piacere delle sue labbra
“mmmhuuu …….. leccami…t…. utta ….ahhhhhhh... siiiiiiiii……..”
Il suo incitarmi mi eccitava terribilmente, mamma era una assatanata e senza alcun pudore si offriva in tutta la sua lussuria
“ mmmmhhuuu…fammi vedere quanto sei bravo,forza…. siiiiiiiiiiiii…”
stava per venirmi in bocca con un orgasmo che chissà da quanto tempo le mancava.
“ti è piac….iuto… vedermi… godere con Luisa… quante pugnette ti sei fatto, le hai dedicate a me ……sei un bellissimo porco…mmmm… mmhh… hhuuu…  ooohhhh…… sssssiiiiii…. sto….godendo …siiiiii non ti fermare …continua … eccomi dai….  ahhhhhhhggggg ……….”
Una libidine devastante accompagnava il suo godere .
“VENGOOOOO……”
Un orgasmo la stava sconvolgendo. Bevevo il suo piacere, possedendola con la punta della lingua e lei, senza fermarsi, pompava con la bocca sul mio uccello che imperioso le riempiva la bocca senza piegarsi.
“..mmmhhhhh…….mmmmmmmmmhhhhhhhhh……..mmmmmhhhhhhhhhhhh…..”
I suoi gemiti erano intensissimi!
“Mamma ti voglio scopare ..…   voglio farti godere ancora…….voglio godere……..”
“amore mio ho voglia…di cazzo….. SCOPAMI!!!…..”
Fu un attimo, non più governata dalla ragione, mi fece mettere seduto, le sue gambe accerchiarono i miei fianchi, le mani stringevano, tra dita esperte, un superbo cazzo dirigendolo verso quella fessura che grondava, copiosa, un devastante piacere.
Le mani sul mio petto e, prona, mi offrì il suo prezioso intimo. Neanche il tempo di pensare, e la sua fica era già l’unica padrona del mio cazzo.
La possedevo, o meglio mi possedeva, con una foga bestiale, e stravolta dal godimento cominciò a cavalcarmi come una ossessa. Il seno quasi mi sbatteva in faccia ed il suo viso era trasfigurato dall’eccitazione
“ssssssssiiiiiiiiii…….ti sento…dentro….”
Io ragazzetto di primo pelo non solo stavo possedendo per la prima volta una donna, ma stavo offrendo la mia verginità a mia madre.
Stavo godendo del suo caldo corpo. Stavo scopando mia mamma!
Con le mani stringevo i suoi fianchi e con il bacino le rifilavo colpi secchi e forti, la mia era una azione di completo possesso. Godevo ad ogni colpo mentre i suoi gemiti erano il preludio dell’imminente suo secondo orgasmo. La sentivo strozzare i gemiti ad ogni colpo come se volesse tenersi il più a lungo possibile quel cazzo dentro il corpo  
“dai …. aaahhhhh…sfondami siiii…. È BELLISSIMO....GODOOO..........”

Nel suoi occhi leggevo lo sconfinato suo piacere, nei miei lesse il massimo della mia eccitazione. Stavo per venire e lei, guardandomi con gli occhi supplichevoli di una esperta ninfomane, percepì la mia imminente esplosione
“ti voglio in bocca …. fammi bere …..  sono asset ….tat…a……”

Sfilandosi il cazzo dalla fica in un attimo, china di nuovo tra le mie gambe, con davanti l’oggetto del suo perverso desiderio, con entrambe le mani strinse il duro cazzo, lo fece sparire in un magnifico seno, avviando una eccitante spagnola. Plastiche mammelle accarezzavano un superbo uccello. Sapientemente muoveva il suo conturbante seno su e giù, spingendo il glande alla bocca per leccarlo.
Incominciai a muovermi velocemente, capì che stavo per venire, ed era forte il suo desiderio che lo facessi.
Strinse forte il mio cazzo alla base e la leccò con la punta della lingua, poi mi guardò, chiuse gli occhi, prese il glande in bocca succhiandolo avida. La sua mano si muoveva su e giù parecchie volte rapidamente, mentre il cazzo modellava le sue guance spingendolo sino in gola.
La mia testa stava per esplodere stavo per avere il mio primo vero orgasmo. E lo stavo vivendo con il cazzo nella bocca di mia madre!
“vieni …. siiii ….. mmmmmhhhh”
Con un urlo poco soffocato cominciai a spruzzare il mio caldo seme in gola. Lei ingoiò aspettando il secondo schizzo, ingoiò anche questo velocemente in attesa del terzo. Ad ogni mia contrazione pelvica spruzzi di liquido schizzavano dal mio uccello, fiotti che da grande troia mamma ingoiava senza perderne una goccia. Ma tutto era troppo e qualche goccia le colò dagli angoli della bocca. Le raccolse avida con la lingua.
Sfilato il cazzo dalla bocca, godevo ancor di più sporcando del mio piacere il corpo e, trasformando in erotico quel suo viso d’angelo.
Nervose le sue mani stringevano l’ancora duro cazzo, passandolo sul viso, sulle labbra, sul seno, spalmando il mio caldo seme su immensi capezzoli irti, e poi riprenderlo in bocca, succhiarlo
“ANCORA TI PREGO FAMMI FELICE”
Con una espressione di vera gioia, di perverso amore e di morbosa eccitazione con un dito si possedeva intensamente la caldissima fica.
Non voleva alcun rispetto in quel momento mia madre era, finalmente, la grande zoccola che desiderava essere, felice per la gioia che solo un bel cazzo poteva darle.
“SSSSSSSSSSIIIIIIIIIIIIIII………….”
 L’ultimo, intenso, orgasmo l’aveva sfiancato.

Sdraiati entrambi sul grande tappeto, la abbraccia stretto stretto, ammiravo i lineamenti del suo viso. La sua espressione era diventata più dolce, il mio giovane cazzo aveva lenito una sofferenza che si trascinava chissà da quanto tempo.
“Tesoro cosa pensarsi ora di me!”

Non mi rendevo conto di quanto avvenuto. Mamma mi era accanto, il bellissimo corpo nudo, sporca ma felice, io ero intontito dalle bellissime emozioni che mi aveva fatto vivere. La guardai, le sue labbra avevano ancora piccoli rivoli del mio seme
“Mamma voglio solo che tu sia felice...”
Con un lunghissimo ed intimo, bacio lasciai alla mia lingua di raccogliere il mio seme e, trovata la sua, confondere le nostre intime emozione, ben consapevoli che non c’era più modo di tornare indietro.

I giorni a seguire furono un susseguirsi di trasgressivi, eccitanti momenti, nessun limite alla sua, e mia, voglia di godere.
Al mattino mi lasciavo sorprendere con l’eccitato cazzo stretto nel pugno, lei già pronta con le sue intriganti mise di donna in carriera, sorrideva alle mia provocanti provocazioni. La sola presenza mattiniera di papà in casa inibiva ogni sua possibile fantasia. Più volte papà fu sul punto di scoprirla prona a godere del mio mattiniero seme. Tutta la settimana saltai la scuola e, lei con le più banali scuse, si diede latitante in ufficio.

Il sabato successivo mamma riprese quei suoi impegni pomeridiani da Luisa ed io, fedele scudiero, le ero servile vassallo.
In quelle mie ore dal grande troione, i miei occhi spaziavano tra le eccitanti cosce di Claudia, l’interessante fondo schiena di Maida e sul, veramente sexy, corpo di Luisa. Più volte incrociai il suo sguardo e quello di mamma. I loro ammiccanti, e continui, sorrisi stavano incentivando una morbosa idea che cominciava a frullarmi in testa. C’era pur sempre aperto un intrigante conto con Luisa...ed era mia intenzione pagarlo in un trio tutto lesbo e sborra…dovevo solo pianificare una strategia…. e in questo Luisa era bravissima……era pur sempre una splendida maialona......
 

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